venerdì 11 novembre 2011

Chi le paga?

A settembre mi sono trovata a New York per un paio di giorni e ho deciso di andare da Strand, la storica libreria del Village di cui avevo tanto sentito parlare. Ho ovviamente curiosato nella zona delle graphic novel e ho trovato Paying for it, di Chester Brown, che mi era stato caldamente consigliato, non ancora uscito in Italia.
Sono andata in un parco lì vicino e su una panchina ho iniziato a leggere. Dati i disegni di scene di sesso molto esplicite, mi chiedevo che cosa potessero pensare i miei vicini di panchina. Nono sono più riuscita a staccarmi e la sera l'avevo già finito. E ancora non capivo quale fosse la mia opinione rispetto alla questione.

Cosa c’è di male nel sesso a pagamento? Il famoso fumettista canadese, racconta in questa graphic-memoir (Io le pago, Coconino Press)la sua esperienza come cliente di prostitute, smontando ogni stereotipo e pregiudizio.

Attraverso disegni essenziali in bianco e nero, l’autore rivela perché ha deciso e come ha iniziato a frequentare prostitute, dopo l’ennesimo fallimento della vita di coppia. Un personaggio inesperto che non sa come scegliere una ragazza, quando pagarla e come avvicinarsi. In ogni capitolo ci porta da una donna diversa, ognuna con la sua storia e la sua unicità. Il volto è però sempre girato o fuori campo, mentre non sono nascoste le incertezze del primo appuntamento , le premure verso la reciproca soddisfazione, le difficoltà economiche nel sostenere per circa dieci anni le spese per il sesso.

I suoi disegni sono espliciti, ma mai volgari. Nonostante la continua presenza dei corpi svestiti nei loro dettagli più intimi, l’erotismo lascia il posto alla razionalità delle sue riflessioni (prima), del suo sentire (durante), e delle sue opinioni (dopo). Non c’è traccia di giudizio ma solo un lucido ragionamento sui rapporti tra clienti e prostitute, dalle motivazioni che spingono ad una scelta di questo tipo, alle varietà di relazioni che si possono instaurare tra un uomo che paga e una donna che riceve soldi. All’interno del racconto, Chester discute animatamente con i suoi amici, cercando di smontarne i radicati pregiudizi. La sua posizione è molto netta: sostiene che l’amore romantico sia soltanto un’idea e che inseguirla porti più sofferenza che felicità, perchè una stessa persona non può soddisfare “tutte le nostre esigenze emotive e sessuali”. Per lui l’amore non può essere intaccato da esclusività, gelosia e possessione come invece la vita di coppia monogama e tradizionale impone. L’autore non accetta stereotipi legati alla prostituzione e crede che non debba essere considerata un crimine.

Il suo punto di vista è decisamente controcorrente rispetto all’idea di coppia e famiglia con cui siamo cresciuti. Il personaggio di Chester, però, è talmente premuroso con le donne che frequenta e così onesto nelle sue riflessioni, che risulta naturale seguire i suoi ragionamenti e mettere in discussione almeno qualche base della nostra educazione sentimentale. Ma proprio quando si raggiunge un minimo di empatia e si riconosce qualche ipocrisia, è lui stesso a sorprenderci, tornando in qualche modo sui suoi passi…

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