sabato 16 luglio 2011

Yeti, inconsapevole simbolo di diversità


Yeti (Coconino), la prima graphic novel di Alessandro Tota, è la storia di un essere favolistico che decide di andare ad abitare nella realtà urbana, a Parigi. Nella metropoli si scontra con tutte le difficoltà del nuovo arrivato: la casa, gli affetti, il lavoro. Un personaggio così surreale si trova ad affrontare vicende assolutamente realistiche e verosimili, dal tono malonconico e divertente allo stesso tempo.
Yeti è chiaramente il simbolo dell'essere "altro" in una grande città. Come mai hai scelto proprio un essere non-umano con queste precise caratteristiche estetiche?


Alessandro Tota
: A dire la verità non ho scelto il personaggio in relazione al simbolo dell'"altro".
Ho inventato prima il personaggio, in un contesto completamente diverso da quello del libro: era una cosa fatta per gioco, nei miei taccuini. E solo dopo ho aggiunto il paesaggio di Parigi per contrasto.
Nasce tutto da una suggestione che è soprattutto visiva.
Volevo fare qualcosa che avesse i tratti della favola, e che si scontrasse con elementi di realismo.
La tematica della diversità è stata dedotta da questa operazione.

Comunque facendolo non mi sono accorto di niente, non avevo il distacco necessario, La riflessione si è svolta a posteriori, anzi a dire la verità l'hanno svolta soprattutto gli altri, perché quando finisco una storia, non ci penso più.
La verità è che tutto si svolge in modo molto inconsapevole, i pensieri di una vita finiscono in maniera naturale in un libro: non è che li stai a selezionare troppo. E' il modo in cui vivi e vedi il mondo che viene fuori da sé, senza sforzo.