domenica 20 febbraio 2011

tra l'inizio e la fine



Una domanda a Bastien Vivès sulle sue graphic novel pubblicate in Italia, Il gusto del cloro e Nei miei occhi (Blackvelvet).

Entrambi i libri hanno in comune l'incompiutezza di un sentimento e l'inconsistenza di una possibile relazione. Entrambi sono incentrati su una incantevole figura femminile, seguita da diversi punti di vista ne Il gusto del cloro e filtrata unicamente dallo sguardo della voce narrante in Nei miei occhi. Ci fai provare quello che sente il protagonista e ci lasci, alla fine, con lo stesso senso di sospensione a cui lui è abbandonato.
Pensi che sia più interessante raccontare una storia che non abbia un esito rassicurante? E' questo il modo migliore per ritrarre un desiderio, lasciarlo insoddisfatto?


In effetti, quando avevo scritto queste due storie, cercavo delle verità...
Quello che mi interessava erano l'attitudine e la relazione tra i personaggi.
E' per questo che la fine diventa come l'inizio... in maniera naturale.
Un po' come la vita, l'inizio e la fine sono le sole cose che sappiamo. E' quello che succede nel mezzo ad essere interessante da racontare.

Sono libri sui sentimenti: una volta conclusi possiamo tranquillamente lasciare i personnaggi, senza avere bisogno di sapere dove andranno o da dove sono venuti.

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